
Era il 12 maggio e nell’aula di Palazzo Campanella, il consigliere regionale del Partito Democratico, Carlo Guccione, puntava l’indice accusatore, servendosi di parole al vetriolo,contro la disastrosa gestione delle risorse idriche in Calabria da parte di Sorical. Levando alta la voce, in quella che può tranquillamente essere definita una vera e propria invettiva contro la società mista a prevalente capitale pubblico regionale, il rappresentante della maggioranza tuonava contro l’ignava pigrizia della stessa Amministrazione Oliverio, responsabile, oggettivamente, di aver concesso all’azienda l’implicita autorizzazione a scorrazzare impunita e con un illimitato margine di manovra nelle sterminate praterie popolate da incompetenza ed incoscienza. Una condizione di cui l’esponente del PD era perfettamente consapevole, tanto che, nella circostanza, aveva richiesto l’istituzione di una sacrosanta Commissione d’inchiesta sul sistema idrico integrato, affinché si facesse luce su una conduzione scellerata capace solo di produrre imponenti masse debitorie, inferiori soltanto alla interminabile sequela di inefficienze di cui è colpevole Sorical dal Pollino allo Stretto. A Reggio Calabria, ad esempio, da sei mesi decine di migliaia di persone sono costrette, nel silenzio complice del sindaco Giuseppe Falcomatà, ad usufruire dell’acqua per mezza giornata. Il problema risiede in un tratto di condotta idrica al quale deve essere applicato un by-pass e, in un arco temporale pari a metà di un anno intero, le due parti interessate sono ancora lì a programmare e pianificare un intervento che, perfino in Italia, sarebbe stato realizzato nel giro di un paio di settimane. E nel frattempo la rabbia monta mentre la disperazione dei contribuenti impera. Situazioni analoghe si registrano a macchia d’olio da nord a sud della Calabria e l’imbarazzante incapacità, tecnica ed amministrativa, di Sorical si manifesta in tutta la sua irriverenza nei confronti della popolazione. Nemmeno le reiterate interruzioni di servizio hanno destato dal dissennato torpore le istituzioni preposte al rispetto delle norme che regolano il vivere civile e reati platealmente commessi restano, pertanto, impuniti. Pera una volta, allora, sia la Politica ad arrivare prima della (lentissima) Giustizia e si attivi nel dare legittima soddisfazione ai calabresi, costretti a pagare per colpe altrui. Preoccupa, tuttavia, l’assordante silenzio seguito alla proposta di Guccione: un mutismo unanime che merita spiegazioni. Non un sussurro da parte della maggioranza di centrosinistra, non un gesto, nemmeno simbolico, da parte dei consiglieri regionali del centrodestra che, pure, non perdono occasione per esternare, con uno stuolo di comunicati stampa, su qualsiasi banalità. Perché nessuno osa scoperchiare il pentolone maleodorante di Sorical? Chi teme di respirarne l’insopportabile tanfo della mala gestione che ha ingrassato la parte privata, lasciando letteralmente all’asciutto i cittadini? E perché nessuno fra i tanti Comuni che subiscono la dissennatezza dell’azienda inabile a garantire l’utilizzo del bene primario per eccellenza sopporta supinamente questo abominio?
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