
Il giorno dopo lo scrutinio sono in tanti a cantar vittoria: dall’analisi delle preferenze, però, appare chiaro che nessuno ha sfondato e che alla “polarizzazione” di un tempo si è sostituita la “polverizzazione”.
Tralasciando i voti riportati dai candidati locali (663 Luigi Tassone, 336 Bruno Censore), saltano all’occhio le liste di Forza Italia e Coraggio Italia. Nella prima il bottino più cospicuo è quello di Michele Comito (251), Valeria Fedele (161), Silvia Parente (148) e Antonello Talerico (108). Per questa compagine hanno “spinto” diversi componenti ed ispiratori della lista “Per Serra insieme” (come Walter Lagrotteria e Bruno Rosi), ma anche gli assessori comunali Carmine Franzè e Raffaela Ariganello, oltre ad alcuni professionisti locali.
Nella seconda, emerge il risultato di Francesco De Nisi (241) sponsorizzato principalmente dagli esponenti del gruppo di opposizione Vito Regio e Cosimo Polito da un lato e dall’assessore comunale Giuseppe Zaffino dall’altro. Buono il risultato di Teresa Miletta (145), rappresentante del territorio montano, che viaggiava in abbinata con De Nisi.
Da segnalare le 145 preferenze ottenute dal leghista Giuseppe Macrì (145), sponsorizzato dal consigliere comunale Salvatore Zaffino e dal componente della struttura speciale del presidente facente funzioni Nino Spirlì, Fabio Valente. Sono poi 56 i consensi per Antonio Lo Schiavo, inserito nella squadra di Luigi De Magistris. Fiacca la prestazione di Fratelli d’Italia.
La corsa ad “intestarsi” le preferenze ha prodotto screzi non proprio sotterranei. In generale, comunque, la situazione politica serrese è alquanto confusionaria visto che – a differenza del passato, quando la linea di demarcazione era netta – nelle tre coalizioni locali si mischiano anime diverse.