di Giuseppe Mazza – Comunque vada, il Crotone se l’è giocata fino alla fine e merita solo applausi! Il primo, storico, anno di Serie A dei pitagorici è stato, indipendentemente da quello che sarà il risultato al termine del campionato, assolutamente dignitoso, se non altro per il merito che ha avuto il team calabrese di credere, a differenza di Pescara e Palermo, nonostante le difficoltà e le fievoli speranze di non molto tempo fa, in una clamorosa salvezza.
La squadra di Davide Nicola, che ha sempre goduto, giustamente, della fiducia della società, anche quando la classifica era nefasta, si ritrova al terzultimo posto, a causa di tantissimi punti persi per inesperienza nei minuti finali di gara e del turbolento avvio di stagione, caratterizzato dall’obbligo di giocare tutte le partite in trasferta, per via della questione stadio che ha imposto al Crotone di disputare all’Adriatico di Pescara i primi tre incontri casalinghi. Il calore dello Scida, che in quel dato momento avrebbe, evidentemente, trasmesso entusiasmo e forza alla squadra, è mancato terribilmente nella prima fase di un torneo che si è acceso soltanto un paio di settimane fa nei bassifondi della graduatoria. Il tecnico ha dato ai suoi un’impronta chiara e ben definita, anche quando le cose andavano male, proponendo un calcio ordinato ed efficace.
Il Crotone è, indubbiamente, tra le compagini più in forma della Serie A, avendo conquistato 5 vittorie e 2 pareggi nelle ultime 7 sfide.
La proibitiva trasferta contro la Juventus, ancora affamata di punti, in programma nell’imminente weekend, sarà una partita vera, una finale per Falcinelli e compagni, che proveranno, con il giusto mix tra equilibrio ed euforia, a tenere tutto aperto in vista dell’ultima giornata che li vedrà impegnati contro la Lazio, per una salvezza miracolosa che sarebbe senz’altro meritata, anche alla luce del poco che hanno dimostrato nell’arco della stagione Empoli e Genoa, con organici più pronti ed esperti
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