Covid-19, SLC CGIL denuncia la disorganizzazione di Poste Italiane: “Aprire le filiali a singhiozzo provoca ancora più assembramenti”

La SLC CGIL segnala di non aver avuto risposta alle notizie chieste con il
documento del 3 novembre scorso. La preoccupazione è legata alla mancata cessazione dei continui distacchi di operatori di sportello in contrasto con quanto previsto dal verbale sottoscritto in occasione dell’Organismo Paritetico Nazionale (OPN) di una settimana più tardi, che prevede “la necessità di limitare in questo particolare momento, fatte salve situazione non procrastinabili, i distacchi tra gli uffici soprattutto in ambito MP. L’Azienda si impegna a porre la massima attenzione in particolare sui distacchi brevi presso differenti uffici, a garantire comunque la volontarietà, in via eccezionale e straordinaria per il periodo di recrudescenza della diffusione del virus”. “Nonostante i casi di Covid-19 stiano aumentando di giorno in giorno anche in Calabria, rendendo necessario un immediato cambio di rotta da parte delle filiali calabresi, soprattutto in provincia di Reggio Calabria, si continua a gestire – accusa i rappresentanti dell’organizzazione sindacale – il personale in modo anomalo e personalizzato”.


Per i motivi evidenziati, che hanno fatto emergere la drastica carenza di personale da applicare alla sportelleria, dovuta anche al continuo esodo di personale, la SLC CGIL assicura che non continuerà ad assistere passivamente a questo modo di agire aziendale.
“La decisione aziendale di aprire a giorni alterni alcuni uffici e la soppressione del turno pomeridiano di altri uffici, presa per nascondere la evidente carenza di personale ha evidenziato – rimarca per la Segreteria Regionale SLC CGIL area servizi Postali, il Segretario Regionale Felice Lo Presti – una sola realtà: l’aumento degli assembramenti in prossimità degli uffici postali e le continue discussioni con la clientela che, esasperata, ha chiesto l’intervento delle forza dell’ordine”.
In caso di mancato ed immediato intervento la SLC CGIL fa sapere che: “denuncerà lo stato dei fatti alle autorità competenti per possibile ed involontaria diffusione della pandemia di COVID-19 per probabili interessi privatistici a danno della collettività”.

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