Covid-19 in Calabria, lettera al Commissario alla Sanità sui problemi che affliggono le RSA

Il capogruppo di “Io resto in Calabria” Marcello Anastasi ha scritto una lettera inviata al Commissario ad Acta del Dipartimento Tutela della Salute, Politiche Sanitarie Guido Longo (tramessa per conoscenza al presidente fcente funzioni della Regione Calabria Antonino Spirlì), per renderlo “partecipe di alcuni problemi e preoccupazioni che affliggono i responsabili di Strutture residenziali per anziani, da cui sono stato coinvolto affinché fosse posta all’attenzione di chi di competenza, lo stato di molte RSA. Situazione estremamente aggravata in questo periodo di pandemia, che ha visto messa in pericolo tanto la tenuta organizzativa delle strutture quanto, soprattutto, la salute degli ospiti delle stesse, vero anello debole”.
Per Anastasi “le preoccupazioni riguardano alcuni punti focali vitali per la tenuta di questi presidi. Andrebbero assicurati i regolari pagamenti delle rette da parte degli organi competenti; è necessaria una distribuzione regolare gratuita dei presidi sanitari quali guanti (introvabili e costosissimi), mascherine, e gel; sarebbe opportuno evitare che il personale (Infermieri e Oss) che opera nelle strutture non si dimetta per essere assorbito nelle Asp, ma si attinga dal personale libero, e non da quello già in servizio nelle strutture, lasciando quest’ultimo in difficoltà”.

Secondo Anastasi, punto centrale resta “una maggiore e più fattiva collaborazione delle Asp e della Regione, affinché le strutture non si sentano sole, ma abbiano un punto di riferimento (un ufficio, un incaricato, ecc.) a cui rivolgersi in caso di necessità, anche per ricerca di personale e/o presidi. Altrettanto urgente, disporre immediatamente dei tamponi, quando richiesti con valida motivazione. Inoltre, viene segnalato che, ad oggi, non è stata data alcuna comunicazione, né richiesto un censimento degli ospiti e del personale, per la distribuzione del vaccino, fondamentale, vista la fascia di rischio”.
“Queste sono le misure minime che andrebbero garantite al fine di far lavorare gli operatori delle RSA nelle migliori condizione di serenità e sicurezza – conclude Anastasi- per assicurare agli anziani una permanenza al sicuro da contagi, così come meritano e così come dovrebbe essere”.

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