
“Ad ogni generazione – ricorda Lucio Dattola, leader della minoranza in Consiglio comunale a Reggio Calabria – tocca una prova.
I nostri nonni sperimentarono l’immane tragedia del terremoto, i nostri genitori i lunghi anni della Seconda Guerra Mondiale col terribile seguito di fame e distruzione. Non si piegarono, non si disperarono; rialzarono la testa e ripartirono con fatica, ma con grande orgoglioso senso di appartenenza. A noi, ad inizio del nuovo secolo, è toccata la prova del Corona virus, che è un nemico forse più subdolo, perché, oltre a colpire nel corpo sta producendo i danni maggiori al nostro già disastrato tessuto economico reggino. E purtroppo i danni, a quel che dicono gli analisti e le statistiche, si protrarranno nel tempo, con probabile chiusura di migliaia di piccole e medie imprese della nostra città. Si prospetta un immediato futuro di saracinesche abbassate e fallimenti inevitabili.
Bisogna fare qualcosa, dobbiamo fare qualcosa. Anche noi, consiglieri comunali, assessori, sindaco, presidente del Consiglio comunale. “Soprattutto noi, abbiamo l’obbligo morale – è il forte appello lanciato dall’esponente di centrodestra – di dimostrare con fatti concreti l’amore per il nostro popolo. Stiamo tutti percependo emolumenti dei quali sicuramente possiamo per qualche mese fare a meno. Abbiamo tutti un altro lavoro e consideriamo la politica un servizio solidale alla comunità. Rinunziamo, fino a quando si andrà a votare, a quanto percepiremmo mensilmente. Dal sindaco, agli assessori, a me, ultimo dei consiglieri, versiamo in un fondo apposito quanto a noi destinato. Nei restanti sette mesi della consiliatura si potrà raccogliere una discreta somma che andrà ad alleviare la disperazione di tante famiglie di piccoli imprenditori della nostra città. Siamo i loro rappresentanti, i loro amministratori, non sarà questo un atto di generosità nei loro confronti, ma semplicemente un atto dovuto. Sono sicuro che nessuno si tirerà indietro. Comunicheremo tempestivamente le adesioni e la somma raccolta, con la massima trasparenza. Siamo trentuno. Possiamo veramente dimostrare che anche la politica, quando non guarda ad appartenenze e divisioni pretestuose, può far suo il motto caro a San Giovanni Paolo II: “Ut unum sint”.
Perché solo combattendo e soffrendo insieme potremo vincere anche questa battaglia”.