L’obiettivo comune dovrebbe essere quello di costruire un futuro per un territorio che da troppo tempo è afflitto da un grave ritardo di sviluppo. Un territorio che muore giorno dopo giorno, perché la gente scappa a gambe levate a causa della mancanza di lavoro e di servizi. Ma, soprattutto a queste latitudini, la politica anziché pensare alla programmazione di seri percorsi di sviluppo preferisce azzuffarsi, perdersi in piccoli-grandi giochi di palazzo (o di palazzi, visto che riguardano più contesti sovente concatenati) che rallentano la crescita e che, talvolta, addirittura nuocciono ai cittadini.
La politica – o quel che ne rimane – nella periferia della provincia più disastrata d’Italia agisce spesso per replicare se stessa cercando di mettere scialbe bandierine negli enti, denuncia la controparte considerandola fautrice di accordi degni di biasimo ma nasconde di aver cercato (e di ripromettersi per il futuro) di fare anche di peggio.
L’ultima bufera (ma ultimamente ce ne sono tante, inutile sganciare le une dalle altre) è quella relativa alla votazione per l’elezione del presidente della Comunità del Parco delle Serre terminata con il successo del sindaco di Sorianello Sergio Cannatelli (15 preferenze) sull’omologo di Spadola Cosimo Damiano Piromalli (13 preferenze). Congetture a parte (scrutinio segreto), è facile intuire che ognuno abbia cercato di raccogliere più preferenze possibili attingendo ad ogni tipo di risorsa più o meno lecita e che il risultato sul filo di lana sia ancor più bruciante per chi lo ha subito. L’esito non è gradito a Piromalli che critica quello che considera un accordo Pd-Forza Italia e sostiene che “ci sono ancora sindaci che lottano per la valorizzazione senza piegarsi ad una scelta partitica di poltrone”. Il primo cittadino di Spadola si dice comunque soddisfatto per “l’eccellente risultato”, promette di “continuare a spendersi per il bene del territorio”, accusa apertamente la maggioranza che regge il Comune di Serra San Bruno rilevando che “a causa delle sue ondivaghe collocazioni politiche perde la sua centralità a vantaggio di altri territori”.
Getta invece acqua sul fuoco Cannatelli che parla di “competizione politica” affermando che è “giusto confrontarsi con la politica”. “Comprendo il momento del collega Piromalli – aggiunge – con cui ho condotto tante battaglie, ma posso dire che io lavorerò per la comunità, nel massimo rispetto di tutti. Ringrazio i colleghi che mi hanno accordato la loro fiducia, sono sicuro che la collaborazione con il commissario del Parco Alfonso Grillo e con il direttore Francesco Pititto sarà proficua. Le tante iniziative promosse testimoniano la bontà di un lavoro che ha fatto diventare il Parco un punto di riferimento. L’adesione di ulteriori 10 Comuni è la prova dell’allargamento di orizzonti”.
Resta da capire se i voti ottenuti da Cannatelli siano l’espressione di un asse politico o di semplici ragionamenti fra amministratori, come – allo stesso modo – sul versante opposto va approfondito se ci sia un collante politico o di area territoriale. Quesiti che, solo per i più ingenui ed inesperti, non hanno ancora una risposta.