
Durante l’ultima seduta del Consiglio comunale di Chiaravalle Centrale è stato riconosciuto “un debito fuori bilancio di 128.222,02 euro” a favore di un architetto e di un ingegnere, “a saldo di una quota residua di parcelle professionali risalenti all’appalto del 1997 per la Casa di Riposo di Pirivoglia”. Un esborso che il gruppo Chi.Ce ritiene “pesantissimo per le casse comunali”, generato “da un arbitrato che ha visto il Comune soccombere in maniera clamorosa, senza che la cittadinanza abbia ricevuto spiegazioni adeguate”.
Il gruppo Chi.Ce. esprime “profondo sconcerto per questa vicenda” e pone una serie di domande: “Com’è stato possibile perdere in modo così netto un arbitrato su fatti risalenti a oltre 25 anni fa? Perché non è intervenuta la prescrizione? Perché l’Amministrazione non ha ritenuto opportuno nominare un legale a tutela dell’Ente come invece era stato fatto nelle situazioni precedenti? Chi ha nominato il tecnico nell’arbitrato come consulente per il Comune, e perché nessuno ha chiesto conto del suo operato alla luce dell’esito dell’arbitrato stesso?”.
Per il movimento “si tratta di una vicenda oscura e dai contorni ancora poco chiari, su cui la maggioranza non ha fornito alcuna ricostruzione convincente. Le mancate risposte – aggiunge Chi.Ce – rischiano di trasformarsi in un precedente pericoloso e segnano l’ennesimo episodio in cui i cittadini devono farsi carico, con le loro tasse, di scelte e omissioni non trasparenti. Quei 128 mila euro avrebbero potuto finanziare servizi, eventi culturali, interventi per il decoro urbano, l’estate o le festività natalizie. Invece sono andati a sanare una gestione tecnica e politica fallimentare, frutto di decisioni o inerzie che si perdono nella memoria degli anni ’90, ma i cui effetti pesano oggi più che mai”.
Chi.Ce. chiede che “venga fatta piena luce su questa vicenda: i cittadini hanno diritto a sapere chi ha gestito questa pratica, chi ha deciso di non difendere l’Ente in giudizio e quali azioni verranno intraprese per accertare eventuali responsabilità amministrative o politiche. La trasparenza, il rispetto per le istituzioni e l’uso responsabile del denaro pubblico – è la conclusione – devono tornare al centro dell’azione amministrativa. E per far ciò occorre, lo ribadiamo nuovamente, voltare pagina senza che i soliti noti prospettino, per il futuro prossimo, qualcosa che somiglia molto a una minestra riscaldata (e avariata)”.