Si è conclusa, con “successo di partecipazione e con una messe di significativi apporti culturali, base per nuovi approfondimenti”, la prima edizione di “SerreinFestival”. Promossa dall’associazione “Condivisioni”, la kermesse che mira a guadagnarsi un posto di rilievo tra le manifestazioni culturali del Paese, ha avuto come suggestivo scenario le Serre calabresi con epicentro Serra San Bruno e il coinvolgimento dei Comuni di Mongiana, Arena e Gerocarne. Si sono alternati per una settimana, politici e giornalisti, scrittori, scienziati, intellettuali e ambientalisti, musicisti e attori di chiara fama e grande notorietà, o giovani emergenti, che hanno insieme dato vita a giornate intense, ricche di dibattiti, spettacoli e concerti. Quattro le parole-chiave del Festival intorno alle quali è gravitato l’intero programma: migranti (tema drammatico di dimensioni ormai sconvolgenti e cruciale per il nostro futuro); Mediterraneo (il mare nostrum tornato di stringente attualità non solo per gli sbarchi ma anche perché area di fermenti economici e sociali di cui l’Italia deve incominciare a tenere conto); religioni (per l’urgenza del dialogo e per raccogliere il messaggio potente di Papa Francesco) e aree interne (con una spiccata attenzione ai temi ambientali e al futuro di crescita e sviluppo possibile delle Aree interne). Il Festival, che ha come direttore artistico il professor Armando Vitale ed un comitato tecnico scientifico di qualità (i professori Piero Bevilacqua, Nicola Siciliani de Cumis, Luigi Vavalà, il professor Antonino Ceravolo, il giornalista Romano Pitaro e altri personalità), nasce dai bisogni del territorio, intende contribuire al suo rilancio, vuole contrastare i nuovi razzismi che imbarbariscono la nostra Italia e l’Europa. La prima edizione di Serreinfestival ha messo a fuoco “il valore delle tradizioni, e le grandi risorse umane e ambientali delle nostre comunità di montagna su cui si sono soffermati specialisti rigorosi e appassionati”. Un convegno sui Parchi ha fornito preziose linee-guida per la loro valorizzazione; ad esso ha partecipato l’assessore regionale all’Ambiente Antonella Rizzo, che ha illustrato le misure e gli interventi prossimi della Regione Calabria per lo sviluppo futuro e la rinascita del Parco delle Serre e degli altri importanti Parchi calabresi. Con le lenti speciali della storia sono state riscoperte le pubbliche felicità, alternative al consumismo individualista e frenetico, come il godimento delle belle città e dei nostri splendidi borghi, dei nostri paesaggi, del buon cibo, della musica colta e popolare che genera grandi emozioni collettive e che ha animato splendide serate del Festival, con le esibizioni di artisti noti e importanti, di gruppi giovanili o di più rodata esperienza come i Parafonè. I prodotti tipici dei nostri territori hanno, per alcuni giorni, offerto nello spazio di una bella Mostra-Mercato, uno spaccato delle culture agricole e del talento dei produttori calabresi. Le grandi voci della poesia, da Omero a Dante, da Viviani a Di Giacomo, sono state rivissute nelle intense performance di attori di fama e di giovani artisti. Le bellezze dei luoghi, l’incanto dei siti, hanno fatto da sfondo al Festival, che ha compiuto un viaggio ideale fra patrimoni storici e affascinanti tradizioni delle Serre. Il presidente di “Condivisioni”, l’on. Bruno Censore si è detto “enormemente soddisfatto della riuscita della prima edizione di SerreinFestival, perché – ha spiegato – i cittadini, i serresi rientrati per le ferie di agosto, i turisti, hanno dimostrato di gradire il primo appuntamento con una Festa che non rinuncia a pensare il nostro mondo e la realtà e ad usare la forza delle parole e invita insieme alla gioia partecipata dei sapori, delle immagini e dei suoni. È stato un percorso intenso ed emozionante. Vogliamo che diventi un nuovo e importante frammento dell’Italia civile, solidale e felice che si può costruire. Il Mezzogiorno e la nostra Calabria debbono poter fare un salto di qualità, svecchiando non solo un certo modo di far politica chiuso ed autoreferenziale, ma anche quelle formule di intrattenimento che mirano solo alla spettacolarizzazione facile, che non genera autentiche emozioni e non apre orizzonte alcuno sulle grandi questioni del nostro tempo e dei nostri territori. Per tutto questo usciamo dal festival grandemente fiduciosi e già guardiamo alla prossima edizione che sarà ancor più una grande festa di popolo e una bella festa di idee”.
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