“Caso Miramare”, a processo Falcomatà: è accusato di abuso d’ufficio e falso

La prima udienza è fissata per il prossimo 18 aprile

Calendario alla mano, affronterà la campagna elettorale per le prossime elezioni amministrative indossando i panni dell’imputato.

E’ il destino, paradossale per il profeta della “Svolta”, capitato in sorte al sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, che il Giudice dell’Udienza Preliminare Giovanna Sergi ha rinviato a giudizio per il “caso Miramare”. Con lui saranno sottoposti a processo il braccio destro Armando Neri, attualmente vicesindaco, nonché gli assessori Antonino Zimbalatti, Giovanni Muraca, Giuseppe Marino, Patrizia Nardi e Saverio Anghelone. Ad essi si aggiungono l’ex assessore Agata Quattrone, la già dirigente comunale Maria Luisa Spano, ed il Segretario Generale Giovanna Acquaviva. Angela Marcianò, all’epoca dei fatti assessore ai Lavori Pubblici ha deciso, invece, di sottoporsi al rito abbreviato. Il magistrato ha, così, sposato, l’istanza formulata dal Procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e dal Sostituto Procuratore Walter Ignazitto, i titolari dell’indagine che diciassette mesi addietro erano stati i firmatari degli avvisi di garanzia inviati ai soggetti sotto inchiesta. Abuso d’ufficio, falso ideologico e materiale sono i reati contestati in merito alla faccenda esplosa con la delibera della Giunta comunale, risalente al 16 luglio 2015, con la quale la Giunta presieduta da Falcomatà ha affidato la prestigiosa struttura che fa bella mostra sul lungomare reggino all’associazione “Il Sottoscala”, di Paolo Zagarella, notoriamente legato da stretta amicizia al Primo Cittadino cui, tra l’altro, avrebbe concesso l’utilizzo dei locali a lungo adibiti a Segreteria politica in occasione delle elezioni comunali celebratesi nell’ottobre del 2014. La prima udienza è fissata per il prossimo 18 aprile.

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