Caso di coronavirus a Serra, il nipote del paziente ricostruisce i passaggi: “Tutto secondo le regole”

In riferimento al primo caso di Coronavirus registrato a Serra San Bruno, il nipote del paziente ha voluto ricostruire passo passo l’intera vicenda al fine di “chiarire ogni passaggio e non certo per sottrarmi a discussioni, che comunque ritengo inopportune”.

Preliminarmente, il nipote del paziente spiega di “avere a cuore soprattutto la salute di mio zio – che peraltro deve già fare i conti con il dolore derivante dalla scomparsa del fratello – e dell’intera comunità”.

“Pur in questo momento straziante, derivante dalla perdita di mio padre – precisa – sento di dover ripercorrere quanto accaduto nell’ultimo difficile mese. Il 20 febbraio mi trovavo a Modena, poiché mio padre si era aggravato. Il 22 febbraio mio padre ci ha lasciato. La notte tra il 22 ed il 23 io ed i miei più stretti congiunti siamo partiti per Serra San Bruno dopo aver chiamato i numeri che la Regione Calabria ha messo a disposizione, pur in assenza di divieti specifici. Rammento che Modena, in quel frangente, non era fra le città menzionate dal decreto del 23 febbraio”.

“Il funerale – sottolinea – ha avuto luogo il 25 febbraio, e non certo qualche giorno addietro come qualcuno ha erroneamente scritto, secondo le regole che in quel momento erano state disposte. In particolare, non ci sono state strette di mano né ci sono state le condoglianze in chiesa. Il 2 marzo siamo rientrati. Gli unici contatti che ho avuto con mio zio sono stati il 25 febbraio in occasione del funerale ed il 2 marzo, prima della partenza. Ho contattato tutte le persone che in questo arco di tempo hanno avuto contatti con me – conclude – e nessuno ha avuto sintomi”.

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