Casa della comunità di Serra, il Comitato rincara la dose: “Gravi responsabilità del sindaco”

L’interminabile duello epistolare tra il sindaco Alfredo Barillari ed il Comitato “San Bruno” prosegue con una missiva di quest’ultimo nella quale vengono addossate al primo cittadino “grandi e gravi responsabilità politiche e morali”. Il sodalizio premette l’esistenza di aperture del Dipartimento Tutela della Salute all’allocazione della Casa della comunità fuori dai locali dell’ospedale condizionate a proposte da concretizzare in tempi brevi riscontrando “il balletto dei rinvii e della malcelata e ferma volontà a lasciar andare le cose così come erano state decise all’epoca dal commissario Giuliano” da parte del sindaco. “Non tocca a noi – sottolinea il Comitato – valutare se la sua è stata una errata valutazione o è stato un atto di pressapochismo, sta di fatto che, comunque, è stato espresso parere favorevole che ha dato il via alla progettazione da parte dei tecnici dell’Asp all’allocazione della Casa della Comunità su tutto il secondo piano dell’ospedale ‘San Bruno’”. Il Comitato accusa Barillari di aver fatto “perdere del tempo prezioso” e di aver “tratto in inganno i cittadini”, salvo poi essere “quasi costretto ad accettare, seppur con tutte le precauzioni e le riserve possibili ed immaginabili, la proposta del Comitato sull’utilizzo dell’attuale Distretto”. 

“La necessita di allocare la stessa fuori dall’ospedale – specifica il sodalizio – è un convincimento che il Comitato ha maturato fin dalla sua costituzione e si fonda su dati oggettivi contemplati da leggi e regolamenti che non consentono di allocare le Case della comunità in strutture ospedaliere che non siano dismesse e non più inserite nella rete ospedaliera regionale, mentre, grazie a Dio, il ‘San Bruno’ è previsto quale ospedale di zona disagiata o di montagna”. Inoltre, “ridurre gli spazi del presidio ospedaliero, dedicandoli ad un servizio prettamente territoriale ed estremamente importante, comporta, come del resto già deliberato dai vertici dell’Asp (sistemazione al primo piano di 6 posti letto di Recupero e Riabilitazione Funzionale) la reale perdita di Strutture Complesse la cui allocazione era prevista al secondo piano”.

Ad avviso del Comitato, “sia il tempo disponibile (entro il 2026) sia il notevole finanziamento previsto sicuramente sono sufficienti a rispettare i tempi ed i costi da coprire per una struttura da realizzarsi in moduli prefabbricati”. 

Queste considerazioni vengono prodotte “per l’affermazione della verità” e “per stimolare, lontani da ogni polemica o di qualsivoglia argomentazione che possa suscitare interessi di carattere politico locale o di richiami a responsabilità passate o future di vario tipo, una sinergia ed una collaborazione che possa portare all’unico obiettivo” che è quello della “difesa estrema dell’ospedale”.    

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