Caos migranti nel Vibonese, il Psi lancia l’allarme: “Impossibile farsi carico di tutti”

Gian Maria Lebrino, segretario provinciale del Psi

“Desta notevole preoccupazione e interesse nella popolazione vibonese il fenomeno dell’accoglienza dei tanti, troppi migranti destinati in strutture situate nella nostra provincia”. È quanto afferma il segretario provinciale del Partito socialista Gian Maria Lebrino che, ribadita l’attenzione della propria compagine al fenomeno, chiede “da parte delle istituzioni preposte maggiore informazione”. “Il tema – sostiene Lebrino – è molto delicato e bisogna informare la popolazione prima di prendere iniziative sui territori. Esempio ne è ciò che sta accadendo in questi giorni a Nicotera, dove voci sempre più insistenti, accompagnate da forti indizi, parlano di un imminente arrivo in città di un numero notevole di migranti. Preoccupa parecchio questo modello di fare accoglienza, non si possono lasciare centinaia di persone chiuse in strutture tutto il giorno a non far nulla o ancor peggio a bivaccare per le strade. Questa – asserisce l’esponente del Psi – non è integrazione, bensì mortificazione dell’essere umano. Per non parlare poi della ricaduta negativa per il turismo che spesso è l’unica fonte di economia delle nostre comunità. Il popolo vibonese si è dimostrato sempre accogliente e benevolo nei confronti di nostri fratelli sfortunati che spesso fuggono dai loro territori per lasciarsi alle spalle gli orrori delle guerre. Ma adesso purtroppo il fenomeno ha preso forme incontrollabili. I nostri piccoli comuni non possono più contenere l’arrivo quotidiano di migranti che cercano di raggiungere le nostre coste come nel caso di ieri alla baia di Riace dove 29 migranti di origine curda sono stati abbandonati sulla costa da una imbarcazione poi dileguatesi. La nostra provincia è afflitta già da atavici problemi e ha bisogno di essere sostenuta con programmi seri e specifici. L’Italia – conclude – da sola non può più farsi carico di tutto ciò, è arrivato il momento che l’Europa e le altre potenze capiscano che bisogna intervenire nei luoghi di origine”.

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