Calabria terra di potenzialità

La tecnologia, se ben integrata nel tessuto sociale e culturale, può essere un alleato potente per lo sviluppo sostenibile, la creazione di lavoro e la valorizzazione delle identità locali. Non servono megaprogetti né miracoli: bastano visione, collaborazione e un po’ di coraggio. I primi segnali ci sono. E forse è proprio dai luoghi più inattesi che può partire il vero cambiamento.

L’innovazione è entrata silenziosamente in ogni ambito della vita, dalla sanità all’istruzione, dal lavoro allo svago. Oggi possiamo controllare la casa con la voce, firmare documenti con un click e fare una visita medica da remoto. E anche in settori una volta impensabili  la tecnologia ha cambiato le regole del gioco, come lo sport o il gioco d’azzardo come per esempio le slot online, che sono diventate simbolo di una rivoluzione digitale che ha portato l’intrattenimento nei salotti di milioni di persone, con sistemi sempre più sicuri, regolamentati e personalizzati. In questo scenario in continua evoluzione, anche la Calabria inizia a scrivere la sua pagina di innovazione.

1. Università della Calabria – Arcavacata di Rende (CS)

L’Unical è da tempo un motore silenzioso di innovazione per l’intera regione. In questi ultimi anni ha investito fortemente in ricerca applicata, intelligenza artificiale e trasferimento tecnologico. Il campus ospita laboratori all’avanguardia che collaborano con imprese locali e internazionali. In particolare, il DEMACS Lab e il DIMEG hanno sviluppato sistemi intelligenti per la mobilità sostenibile e l’efficienza energetica, che stanno trovando applicazioni concrete nei comuni calabresi. Si tratta allora di un vero e proprio polo di innovazione distribuita.

2. Porto di Gioia Tauro  

È uno dei porti più importanti del Mediterraneo e oggi sta vivendo una fase di profonda trasformazione, grazie all’introduzione di sistemi automatizzati di gestione logistica e controllo in tempo reale delle merci. Per tanto possiamo affermare che Il Porto di Gioia Tauro sta diventando più efficiente e competitivo. L’uso di droni per la sicurezza e di sensori IoT per monitorare i flussi rappresenta un salto di qualità che potrebbe rilanciare l’intero settore della logistica meridionale. Un segno concreto che anche la grande industria può innovare senza spostarsi dal Sud.

3. Comune di Catanzaro 

A Catanzaro si sta sviluppando un percorso di digitalizzazione della pubblica amministrazione che, nonostante le difficoltà della regione Calabria in termini di competenze digitali, rappresenta un importante passo avanti. Secondo un rapporto dell’ISTAT, solo il 32,2% della popolazione calabrese possiede competenze digitali di base, e complessivamente solo il 23% dei cittadini invia moduli e formulari tramite canali digitali, posizionando la Calabria al 184° posto su 195 regioni europee. In questo contesto, l’amministrazione comunale si impegna a migliorare i servizi digitali con certificati anagrafici online, prenotazioni sanitarie digitali e piattaforme per il dialogo diretto con i cittadini, facilitando così la vita quotidiana di molte persone. Si tratta di un cambiamento che va oltre la tecnologia, ridefinendo il rapporto tra istituzioni e cittadini in modo più efficiente, trasparente e vicino alle esigenze reali.

4. Reggio Calabria – Startup, giovani e futuro

Negli spazi del FABLAB RC e di incubatori privati come Entopan, stanno nascendo idee innovative in settori come l’agritech, la biotecnologia e la salute digitale. Giovani professionisti calabresi (e non solo) stanno scegliendo di restare per creare impresa nel proprio territorio. Per esempio, una startup ha sviluppato un sistema basato su sensori intelligenti per monitorare le colture in tempo reale, riducendo l’uso di acqua e fertilizzanti.

5. Musei e borghi storici 

Anche la cultura si sta aprendo alla tecnologia. In luoghi come il Museo Archeologico Nazionale di Locri e il borgo medievale di Gerace, si stanno sperimentando soluzioni digitali per valorizzare il patrimonio: percorsi interattivi, app con realtà aumentata, QR code nei punti di interesse. Il visitatore non è più solo uno spettatore, diventa parte attiva dell’esperienza. È un modo nuovo di raccontare il passato, coinvolgente e accessibile, che può fare la differenza anche in chiave turistica.

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