
È stato uno dei primi e più ispirati meridionalisti, un “conservatore illuminato” come lo ha definito lo storico Tonino Ceravolo, un benefattore per la sua comunità. Per questo l’Istituto d’Istruzione superiore “Luigi Einaudi”, la Fondazione “Caterina Chimirri” ed il Comune di Serra San Bruno hanno voluto rendere omaggio a Bruno Chimirri nell’anno del centenario della sua scomparsa con una serie di iniziative, che si protrarranno fino ad aprile 2018 e che contribuiranno a farne conoscere il lodevole operato anche alle nuove generazioni.
Ad aprire la manifestazione inaugurale è stato il sindaco Luigi Tassone che ha rimarcato la valenza della giornata che fa da apripista per tre grandi manifestazioni che consisteranno in “una mostra iconografica, un convegno di studi concernente la questione meridionale ed un concorso rivolto alle scuole”. Saliente il momento del saluto di Mario Giovanni Mannarino, marito della compianta Nerina Chimirri (discendente del senatore), che ha donato al Comune un quadro e un documento di notevole pregio storico.
La presidente della Fondazione “Caterina Chimirri”, Ernesta Zadra, ha ricordato l’ideazione dell’omonimo asilo da parte del senatore Chimirri, di suo fratello Luigi Maria Filippo (all’epoca sindaco di Serra) e del cavaliere Alfonso Barillari (presidente dell’asilo per un trentennio) spiegando che la struttura funzionava tramite dei contributi – soprattutto del Comune e delle Confraternite – e che consentiva di accogliere gratuitamente fino a 300 bambini (i più abbienti pagavano la retta). “Era un miscelatore di classi sociali – ha precisato Zadra, che ha sottolineato anche l’esistenza di un laboratorio di ricamo e cucito e l’importanza dell’educazione impartita dalle suore – perché rendeva uguali i bambini, indipendentemente dalle famiglie di appartenenza”.
Puntuale e ricco di spunti è stato l’intervento del dirigente scolastico Tonino Ceravolo il quale, premesso che “la famiglia Chimirri era legata a Serra da una posizione filantropica”, ha specificato che “sarebbe sommamente ingiusto rinchiudere la figura di Chimirri in un ambiente locale”. “Chimirri – ha argomentato – è un personaggio che appartiene alla storia d’Italia: è stato eletto per ben 13 volte alla Camera dei deputati, è stato nominato 4 volte ministro (Agricoltura, Grazia e Giustizia, Tesoro, Finanze) e nel 1913 è stato nominato senatore del Regno. Fu il primo ad istituire una politica di tutela sociale avendo varato un sistema di assicurazione e fu l’artefice della legge pro Calabria a seguito del terremoto del 1905. Gli esponenti fascisti videro in lui il precorritore della politica di conciliazione con la Chiesa. Inoltre, fu autore di testi su Mattia Preti, Dante Alighieri e sulla questione meridionale”. Infine Ceravolo ha dato lettura a stralci delle poesie di Mastro Bruno Pelaggi che dimostrano il “forte radicamento locale” del senatore.
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