
E’ sempre difficile indovinare il modo giusto per informare qualcuno di qualcosa che gli è ignoto e potrebbe destabilizzarne mente e spirito e, per tale motivo, è doveroso andare con i piedi di piombo nel comunicare a Paolo Brunetti che la comitiva in gita premio a Palazzo San Giorgio è sempre la stessa, per la costernazione dei reggini, da sette anni a questa parte. Le prime uscite del facente FINZIONI, infatti, stanno sbandando in una direzione contraria ai fatti ed alla verità che essi esprimono. Parla come se fosse entrato in Municipio un’ora fa e per raggiungerlo abbia viaggiato con una spessa benda sugli occhi che gli ha impedito di guardare le macerie sotto le quali è agonizzante una città tutta. Se il “delfino” pescato dal sindaco sospeso nello stretto braccio di mare delle forze “lealiste” ha l’ardire di rivendicare la necessità di dare continuità al lavoro fatto sin qui, dimostra, ma non è una novità, di aprire la bocca a vanvera, senza costrutto, dimentico della logica delle frasi e, soprattutto, dei pensieri. Parole in libertà che nessun appiglio riescono a trovare durante la caduta libera nell’abisso delle sciocchezze.
Reggio Calabria è un ricordo, niente più di questo, ma Brunetti si atteggia ad amministratore pubblico di una città normale che, arrivando all’apogeo della mistificazione truffaldina, non soffre più l’emergenza rifiuti. Nessuna sorpresa, sia chiaro: l’attuale facente FINZIONI, nel corso del mandato esercitato da consigliere comunale delegato ai (dis)servizi idrici, non ha mai capito l’imposizione, derivante dal ruolo, di rendere edotta, in tempo reale, la popolazione circa le mai chiarite manovre su tubi e condotte. Sebbene gli sia stato ripetuto più e più volte, Brunetti insiste nel rifiutare che l’area centrale della città, fino all’arrivo delle “truppe barbare” a Palazzo, non aveva mai patito la sete. “Sfortuna” ha voluto, purtroppo per loro, che in coincidenza con la loro avanzata l’acqua abbia battuto in ritirata. Ma stiamo pur sempre trattando il caso di un giovane signore che, nel corso della conferenza stampa di presentazione della nuova Giunta comunale, si è permesso di raccontare fandonie al punto da riferire una verità sconosciuta a tutti: la scorsa estate in buona parte dell’Italia non scorreva acqua dai rubinetti. Ci si potrebbe limitare a replicare che è una bestialità, ma quando a pronunciarla è un facente FINZIONI, il livello della preoccupazione sale vertiginosamente, in particolare quando quella stessa disonorevole crisi idrica persiste tuttora, alle porte dell’inverno e mesi e mesi dopo la fine dell’estate, stagione del tutto slegata, quindi, dal silenzio tombale delle condotte. Nel resto dell’Italia, territorio evidentemente oscuro a Brunetti, chiunque venga a conoscenza di questa situazione non ci crede all’istante: ha bisogno di prove documentali prima di accettare l’idea che sulla sponda calabrese dello Stretto l’acqua sia un’opzione oraria e fortuita. Del resto è lo stesso sostituto del sindaco sospeso a confessare che tanti problemi affliggono il popolo reggino: e chi li dovrebbe risolvere? La compagnia che gira a casaccio per i corridoi municipali dal 2014? Suvvia, non ci crede nessuno, nemmeno il più scemo dei tifosi. Tanto è vero che siamo ancora agli slogan infantili del genere “Non diremo, ma faremo”, a parte il fatto che avete la responsabilità di dire quello che (non) fate. E’ la ragione per cui immaginare sia questa combriccola a doversi occupare della programmazione, della progettazione e della eventuale esecuzione delle opere rese possibili grazie alla pioggia di decine di milioni di euro in arrivo fa venire i brividi. Il tutto in un contesto di sfilacciamento con il cuore pulsante della città, come ha fatto notare un politico navigato come Mimmetto Battaglia, neo assessore all’Urbanistica, che, non a caso, ha parlato della necessità di instaurare un dialogo nuovo, nella forma e nei contenuti, con la comunità. Un approccio che non appartiene, se non altro per motivi caratteriali, al facente FINZIONI, il quale, dietro un atteggiamento fintamente dimesso, ha mostrato il suo vero volto, in particolare quando, con superbia colossale, ha scaricato tonnellate di boria sui consiglieri delle minoranze. Lo facciano i commentatori, non il sostituto di un sindaco sospeso: non se lo può permettere, ma anche questa è una nozione basica di cui Brunetti è a digiuno. E dire che, nel bel mezzo della saga delle dimissioni-non dimissioni, si era addirittura spinto a convocare i rappresentanti delle opposizioni consiliari i quali, ha lamentato il facente FINZIONI, non si sono degnati, a parte due membri “responsabili”, di accogliere il suo invito Whatsapp. La differenza sta tutta qui: Brunetti è preoccupato per i consiglieri che non si sono presentati al suo cospetto, la città farebbe bene a preoccuparsi dei due che, invece, si sono chinati riverenti.