È volta al termine la prima edizione di “nTramenti Terra chi chiama”, promossa dal gruppo “Calliope Sguardo d’Arte” e dalla sua fondatrice Maria De Giorgio, in sinergia e intesa con l’Amministrazione comunale di Brognaturo.
Un’iniziativa cui focus speciale sono state le radici e il ritorno al luogo di origine, tematiche di forte risonanza per il paese e per la sua storia di emigrazioni.
Le radici, il rapporto tra passato e futuro, l’eredità della tradizione e la creatività come linguaggio capace di operare emancipazioni e diffondere consapevolezza sono stati alcuni dei temi chiave affrontati e ricondivisi attraverso workshop e pratiche comunitarie.
Dopo una sessione gratuita di yoga tra i boschi, lunedì 28 agosto la cittadinanza è stata coinvolta nel laboratorio “Il lascito della tradizione” insieme allo street artist Antonio Burgello. L’intervento ha permesso la trasformazione della pensilina della piazza centrale del paese arricchendola di colori e di proverbi tipici in dialetto brognaturese.
La serata con showcooking di Sabrina Bianco (vincitrice del premio “Pizzaiolo emergente 2021” assegnato da Gambero Rosso) e quella con la degustazione a cura della casa vinicola Artese hanno mostrato l’eccellenza dell’imprenditoria femminile in Calabria.
Spazio alla natura con ‘‘E la luna bussò’’ serata dedicata alla scienza, ai miti e alle leggende legate alla luna a cura della dottoressa Eleonora Confalonieri, guida naturalistica.
Martedì 29 agosto ha avuto luogo la lezione pubblica di Pilates all’aperto e appuntamento con “Trame di vite”, rielaborazione artistica a partire dalle opere grafiche del collettivo iraniano Rever Art e dalle lettere originali composte da alcuni emigrati di Brognaturo costretti a partire per il Canada e le Americhe.
In linea con il carattere interdisciplinare del festival, la musica è stata coprotagonista delle giornate brognaturesi prima con “Armonie dell’anima”, a cura del compositore lucano Biagio Accardi, poi con il reading musicale tratto dal romanzo “Il figlio del mare” di Eliana Iorfida e Gaspare Tancredi.
Mercoledì 30 agosto si è svolto il laboratorio “Linguaggio e radici” dedicato al tema dell’emigrazione, della difficile ricostruzione di una identità e del peso della memoria ha permesso di avvicinare il pubblico all’arte e alla filosofia attraverso la condivisione di pratiche comunitarie.
La performance finale “Come strappi ricuciti” a cura della visual artist Barbara Ranieri si è contraddistinta per potenza e intensità.
L’ex convento dell’Annunziata di Brognaturo ha infine ospitato il concerto PopolarMente a cura del talentuoso Règium Sax Quartet e il consueto “Talk with the artists”, un’intervista a più voci agli artisti ospiti del Festival creatori delle opere site specific realizzate durante la rassegna come lascito alla cittadinanza: il murales a quattro mani a cura di Marco Ronda (in arte Bislak) insieme a Enrico Carnevale (in arte Sano) e la stencil art di Leonardo Cannistrà.
Giovedì 1° settembre il festival ha salutato il suo pubblico con lo spettacolo teatrale vernacolare “Magherìa e magu allu barra di Maiu” a cura della Pro Loco e dell’associazione “Brognaturo nel cuore”.
In occasione della prima edizione del Festival ‘‘nTramenti Terra chi chiama’’ il paese di Brognaturo è stato arricchito dalla creatività di menti – calabresi e non – che hanno esposte le loro opere lungo le vie del centro storico: Emily Gallè (fotografa), Michele Zaffino (fotografo), Rever Art Team (collettivo artistico iraniano).
“Un mese di manifestazioni che hanno interessato l’intera popolazione dai più piccoli ai più grandi – racconta il sindaco di Brognaturo Tassone Rossana – un progetto che ha avuto l’obiettivo di rivivere i nostri luoghi tra storie e tradizioni con piedi nel presente e sguardo al futuro. Laboratori e Laboriosità orgogliosa, abilità antiche, letizia di racconti per rivivere di quando il tempo passava lentamente e lentamente passavano le ore, i giorni e gli anni.
Una mostra degli artisti Giuseppe Zangari e Cosmo Bertucci per parlare di radici e raccontare il tempo del dovere. Un’officina culturale a cielo aperto. Forme d’arte pensate come ombre di radici. Innovazioni e sperimentazione per valorizzare spazi e luoghi. Pennellate di moderno su detti antichi. Voce di una comunità. Un festival che toccando tutte le forme d’arte ha narrato, cantato, parlato di autodeterminazione, vite e libertà”.
La meraviglia di chi ha fatto delle loro competenze e professionalità uno strumento per valorizzare Brognaturo
Ma tra tutto e tutti i giovani brognaturesi che con dedizione, amore, impegno e passione hanno riempito una piazza raccontando con il nostro idioma momenti di vita quotidiana!
Il sindaco e l’Amministrazione comunale ringraziano: “le ragazze di Calliope sguardo d’arte per la loro energia esplosiva, dedizione e professionalità; la Pro loco ‘Damiano Valente’; l’associazione ‘Brognaturo nel cuore’ per la collaborazione, l’impegno e per aver contribuito a rendere possibile l’impossibile; l’intera comunità brognaturese per la partecipazione e per aver trasformato questo mese da manifestazioni culturali in momenti comunitari e d’aggregazione”.