Brogli. “Impensabile che Castorina, che del PD era l’uomo del futuro di Reggio, agisse all’oscuro del partito”

“Una tesi veramente poco credibile che Castorina abbia agito da solo ad Archi organizzando presunti brogli. Una tesi che contraddirebbe quello che numerosi magistrati per anni hanno detto ed ipotizzato sui rapporti ‘ndrangheta-elezioni con tanto di sentenze e conferenze. È chiaro che dietro Castorina c’è un sistema che oggi vede lui come frontman, ma in passato, come ha già sostenuto Lombardo, può aver avuto altri elementi, altri frontman, altre dinamiche, financo altri partiti, perché no. È impensabile che Castorina, che del PD era l’enfant prodige, il delfino, l’uomo del futuro della città, agisse all’oscuro del partito che lui bene ha rappresentato in questi anni di Consiglio comunale”. Lo ha dichiarato Felice Manti, caporedattore centrale de Il Giornale, intervenuto nel talk show KlausCondicio (online al link https://www.youtube.com/watch?v=vJdoCgzMygk).

Il giornalista calabrese parla anche dell’indagine “Malefix”, un’importante operazione della Polizia di Stato che ha portato in carcere boss come Gino Molinetti, Carmine De Stefano, Antonio Serio, Antonio Libri, Carmine Polimeni e molti altri: “Mi pare chiaro che a beneficiarne sia stato il cartello De Stefano-Tegano-Condello, tenuto conto che è stato tolto di mezzo uno che stava mettendo in discussione i loro equilibri”. “Archi – è la tesi di Manti – dopo l’indagine, di fatto, è tornata nelle mani del sistema Tegano-De Stefano e l’elemento ‘disturbatore’ è stato tolto di mezzo con l’inchiesta. Faccio il giornalista e sono abituato solo a pormi una domanda: a chi giova l’inchiesta? E mi pare chiaro chi ne abbia beneficiato nel sistema mafioso”. Manti ha parlato anche di calcio: “La Reggina in Serie B? È una droga, è un vessillo, serve ad agitare gli ignavi, a farli correre intorno, a fargli guardare quella bellissima bandiera amaranto per la quale anch’io ho tifato da ragazzo. Se non ci fosse la Reggina, se non ci fosse questa valvola di sfogo per una legittima voglia di riscatto, forse la città si accorgerebbe della situazione penosa in cui è precipitata. E invece no”.

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