Astio e derisione: gli ingredienti poco gustosi della comunicazione targata Falcomatà

Sarebbe il caso di conoscere quali siano state le “alte scuole” di Comunicazione frequentate dagli strateghi che gestiscono i profili social del sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà. Si rivelerebbe un’informazione preziosa perché avrebbe il pregio di scoraggiare l’iscrizione di chiunque altro:  i danni prodotti, se si bada all’esito catastrofico che si concretizza nella scrittura di post esaltati al punto da oltrepassare ogni asticella della farneticazione, sono in quantità così elevata da riempire gli abissi di supponenza nei quali precipitano perennemente. Parole e pensieri che, peraltro, esibiscono una qualità ulteriore: si pongono sullo stesso piano, scadente, dell’azione amministrativa. L’ultima pubblicazione vergata sulla pagina Facebook del Primo Cittadino, in tal senso, è un caso di scuola: cogliendo l’occasione dell’annuncio relativo al rifacimento del manto stradale in via Figurella, periferia nord, sono stati allentati, per l’ennesima volta, i freni dell’autocontrollo (obbligatori per chi, con somma e tragica presunzione, ha ritenuto di occupare cariche istituzionali) abbandonandosi ad un post scriptum che denuncia, per intero, la presenza di bile che nelle “sacre stanze” di Palazzo San Giorgio si accumula giorno dopo giorno per poi fuoriuscire, rabbiosa, in direzione di un’opinione pubblica ormai stufa di portare sulle spalle il pesante pacco riempito dai disastrosi risultati che prorompono dall’operato dell’Esecutivo comunale. “Da qui il Giro d’Italia non è passato” è la replica, intinta nel livore travestito da ironia fanciullesca, a coloro i quali, qualche settimana fa, avevano (giustamente) criticato la scelta di rattoppare solo le strade attraversate dai ciclisti partecipanti al Giro d’Italia. Una risposta che riflette il vero limite del sindaco e della sua squadretta: non aver avuto la capacità di sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda dei cittadini e, anzi, porsi su un piedistallo d’argilla dal quale nulla si vede e nulla si sente di ciò che ribolle nelle viscere collettive. Addirittura, una sorta di conflitto aperto da colui che, al contrario, dovrebbe unificare le diverse anime della comunità provando, per quel che è possibile, ad esaltarne la visione d’insieme giungendo al culmine di una sintesi capace di indicarle la giusta direzione. Preferire l’opzione della presa in giro, come sottolineato dai diversi utenti del social network che si sono sentiti offesi, è la scelta peggiore: subire, oltre al danno derivante dall’obbligo di percorrere le strade cittadine devastate da crateri, la beffa procurata dall’esaltazione per un banale lavoro di ordinaria amministrazione accompagnata dal disonorevole carico della derisione, è un affronto intollerabile.

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