“Ci chiediamo cosa intende fare l’Amministrazione comunale di Serra San Bruno sulla questione della gestione dell’acqua e dei rifiuti da parte della nuova società Arrical, la multiutility voluta dalla Regione Calabria che dovrà gestire il ciclo integrato delle acque e dei rifiuti”. L’interrogativo è posto dagli esponenti di “Serra al Centro” Bruno Iovine, Giuseppe Zangari, Salvatore Censore e Gregorio De Caria che ritengono la domanda “doverosa” dopo che “molti comuni calabresi, per voce dei loro rappresentanti istituzionali, hanno espressamente dichiarato di non voler aderire all’approvvigionamento di acqua e alla gestione dei rifiuti attraverso la cessione delle proprie competenze alla multiutility”.
La motivazione di questa posizione risiederebbe nel fatto che “la nuova gestione rappresenterebbe un salto nel vuoto dopo che tanti enti comunali sono riusciti a diventare autonomi rispetto alla Sorical e hanno cercato, in questi anni, di garantire un ciclo dei rifiuti differenziato più che accettabile”. Per i rappresentanti del movimento politico “l’istituzione di questa nuova società regionale potrebbe creare un corto circuito istituzionale portando confusione e malfunzionamento che, come al solito, accompagnerà disservizi nei confronti dei cittadini”. Inoltre, Iovine, Zangari, Censore e De Caria sottolineano che “il passaggio alla multiutility comporta la perdita di proprietà su beni di appartenenza del comune come gli acquedotti Castagnari e Scorciatina senza dimenticare i pozzi presenti sul territorio” ed evidenziano “secondo il Modello Arrical ai comuni rimarranno i costi dell’attuale gestione del servizio idrico integrato”.
Gli esponenti di “Serra al Centro” si chiedono se “costi aggiuntivi verranno riversati sui cittadini” anche perché “il distacco da Sorical era stato un cavallo di battaglia durante la campagna elettorale del sindaco della cittadina della Certosa, Alfredo Barillari, che non perdeva tempo, da ogni palco si trovasse, a ribadire che la sua Amministrazione avrebbe portato in dote l’autonomia idrica e una corretta gestione dei rifiuti. Ma ai proclami non sono seguiti i fatti. Rimangono solo sermoni predicati in ogni angolo di Serra San Bruno”. Gli stessi rappresentanti del gruppo ricordano al primo cittadino che “esistono alcuni serbatoi comunali che con una corretta politica idrica di autogestione e potenziamento potrebbero essere riattivati rendendo la città autonoma. Ma tutto questo – concludono – non sembra rientrare concretamente nelle scelte amministrative del governo cittadino. E sarà l’ennesimo bluff dell’amministrazione ‘LiberaMente’ che forse tanto libera non è”.