Tra apatia e balle: benvenuti a Reggio (SORI)CALabria

Inutili: a Reggio Calabria le istituzioni pubbliche sono inutili. Il vocabolario della lingua italiana non comprende altri termini che abbiano una chiarezza esemplificativa maggiore. Né vale la pena sforzarsi di ragionare, come pure proviamo spesso a fare, per tentare di interpretare le cause di una città maciullata da una bestiale incuria e da una delinquenziale sciatteria. Da queste parti regna sovrana Sua Maestà la Menzogna e tutti devono, obbligatoriamente, assoggettarsi ai suoi capricci. Sarebbe impossibile,altrimenti, sopravvivere in una landa che da oltre nove mesi non beneficia dell’erogazione idrica h24. Nelle abitazioni e negli esercizi commerciali del cuore di questa città stuprata dai bugiardi seriali, i rubinetti, a partire dal tardo pomeriggio, cessano di vivere. Sebbene suoni incredibile alle orecchie di chi abbia la fortuna di non sapere nulla di quanto sia pessima la qualità concreta della vita nell’estremo lembo meridionale della Penisola, questo annientamento del diritto a godere del bene vitale per eccellenza si concretizza dal 23 gennaio. Più e più volte ne abbiamo scritto e, in altrettante circostanze, l’indifferenza e le truffe parolaie sono state cemento per edificare muri di gomma. Passi per la debolezza vile dell’Amministrazione Comunale, passino anche gli inganni reiteratamente perpetrati da Sorical che, in uno dei pochissimi comunicati diramati su uno scandalo melmoso simile, aveva assicurato una soluzione per la fine di ottobre. Non è dato sapere cosa sia successo, nel frattempo, in quel misterioso cantiere avviato nell’area adiacente il costruendo Palazzo di Giustizia: Sorical, che pure per la comunicazione istituzionale spende cifre importanti, non ritiene, da par suo, di dover dare conto degli ulteriori ritardi. Non ritiene di dover informare i sudditi circa le vere ragioni di una crisi gravissima che ha mandato in tilt decine di migliaia di persone. Ma, assieme alle colpe, imperdonabili e gigantesche di Palazzo San Giorgio e Sorical, deludono, a fronte di atteggiamenti palesemente illegali, il mutismo e l’immobilismo, indisponenti, di Prefettura e Procura. Dei magistrati non si segnala alcuna mossa, nonostante il presunto reato di interruzione di pubblico servizio (almeno quello) sia commesso, ogni santissimo giorno, con modalità plateali e sotto i loro occhi e nonostante abbiano ricevuto esposti e denunce, individuali e collettivi. Altrettanto stupefacente è il perdurante silenzio dell’inquilino del Palazzo del Governo che, a giudicare dalla tempistica e dalla scelta dell’oggetto delle sue esternazioni, considera l’esibizione di uno striscione allo stadio “Granillo” più rilevante di un’emergenza ineguagliabile. Autorità di pubblica sicurezza, autorità di Protezione Civile, non fa sentire il proprio peso per sferzare enti inadempienti, ma scende in campo per puntare l’indice conto un paio di analfabeti senza arte né parte. “Senza i valori positivi che fanno dello sport e del calcio, in particolare, un’occasione di incontro e di gioia – il pensiero fondamentale espresso per condannare una frase vergata dagli ultras amaranto – lo sport perde il suo significato etico e si riduce a una mera esaltazione di forza fisica”. “E’ compito delle Istituzioni – ci viene spiegato con puntigliosa sollecitudine – mettere in campo ogni energia per contrastare ogni aspetto deviante dal sano agonismo”. Parole che certificano, appunto, la chiusura del cerchio: la presenza delle istituzioni, a Reggio Calabria, è inutile, sempre e comunque.

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