“Crediamo che ormai qualcuno debba iniziare a prendersi le proprie responsabilità nei confronti della nostra Città.
Rappresentanti del governo, magistratura, forze dell’ordine, rappresentanti politici, movimenti, associazioni, cittadini. Tutti immediatamente devono correre al capezzale di Reggio Calabria”. E’ questo l’appello che lancia Enzo Vacalebre, presidente di Alleanza Calabrese, osservando a 360 gradi l’aberrante situazione in cui è piombata la città dello Stretto. “Il territorio è allo stremo. Da Catona a Pellaro, da Ortì al Centro storico. Tutti aspettano silenti l’evento nefasto che andrà a sugellare l’attività di Falcomatà. Lavori imminenti, che non cominciano mai. Buche da riparare che nessuno ripara. Piovono alberi. Città lorda ed immonda. Reggio truffata e rapinata. Lavori eseguiti e non controllati. Servizi da effettuare e mai verificati. Truffe perpetrate ai cittadini. Reggio assetata. Privata di tutte le condizioni primarie di vita. Interruzioni di pubblico servizio ormai quotidiane e continuate a costi usurari. Affogati in casa senza acqua. Ormai siamo al disastro colposo e l’Amministrazione – è il durissimo j’accuse del massimo rappresentante di Alleanza Calabrese – delinque mettendo a repentaglio l’incolumità pubblica”. Reggio come le peggiori favelas di Rio. Pedissequamente e chirurgicamente abbandonata a se stessa. Ignava e pronta a lasciarsi annegare nel mare dell’incuria e del menefreghismo, prima dei commissari e poi di un sindaco, di una giunta, di una maggioranza che vegeta senza riuscire a trovare, perché incapaci, del bandolo di un governo dell’ordinaria amministrazione. Giorno dopo giorno da sei anni! Proclami fatti ogni sei mesi e poi dimenticati. E dopo sei mesi riproposti. Ed ancora sei mesi dopo. I proclami. Psedo-inaugurazioni di luoghi, pronti da anni, abbandonati dal giorno dopo. La tristezza ci coglie nel vedere gli anziani reggini, che come come profughi, si aggirano a piedi sui marciapiedi e sulle strade bombardate come Mosul. Automobilisti costretti a gimkane tra le voragini, troppe e funeste. Una Via Crucis quotidiana per Reggio ed i suoi Cittadini. Nel degrado totale di una Città, chi NON TACEva prima ora è latitante. Chi LIBERAmente esternava, ora vegeta in religioso silenzio. In attesa di ospitare qualche clandestino.
Dimentichi delle campagne TUCCIO DIMETTITI . Perché? Perché? Perché? Mbò. Perché la figlia della nonna della sorella della zia della cugina era parente di…
Noi abbiamo un sindaco, cognato di chi #sidevevendereunrene e fratello di chi #quelpostoèmio, non candidabile secondo i parametri dei Taciti e dei Liberi, che ha ucciso la Città. Nel frattempo vediamo tutti sorridere davanti alle boutade di Falcomatà. Scusate il ritardo! Dice il predestinato. De chè? Risponderebbero a Roma. Noi sconsolati, pazienti, ostinati cerchiamo di tenere viva quel poco di dignità personale che ci è rimasta. Lontana dai giochi di potere. Fatta di strada e di sofferenze. Di denunce”.
“Nel frattempo – è la conclusione colma di amarezza – decine di famiglie con bambini disabili si vedono abbandonate a loro stesse. Senza casa, senza assistenza. Senza un domani”.
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