A Reggio, tra un taglio del nastro e l’altro, allo Stato sfugge il controllo del territorio

Evidentemente qualcuno, nei prestigiosi Palazzi che contano, non ne ha avuto notizia perché, in caso contrario, ben altri sarebbero i comportamenti quotidiani: a Reggio c’è un gigantesco problema di ordine pubblico. In meno di un mese, a fronte di patetici tagli di nastri ed imbarazzanti iniziative a favore della legalità, i criminali si stanno prendendo gioco delle inutili pomposità e colpiscono da nord a sud, con sfrontata sicurezza. Le retate a favore di telecamera contro questo o quel clan della ‘ndrangheta, è urgente sottolinearlo senza ipocrisia, lasciano il tempo che trovano se la sicurezza percepita in città è sprofondata ai minimi storici.  Nell’arco di una manciata di settimane uno sconosciuto ha fatto irruzione , era la tarda serata di un sabato, all’interno della gelateria “Sottozero” e, come se si trovasse in un saloon del Far West, ha scaricato un fucile sulle bottiglie alle spalle del bancone per poi allontanarsi indisturbato sul Lungomare. Non più tardi di un paio di notti addietro,  don Giorgio Costantino, parroco della chiesa del “Soccorso”, zona sud di Reggio, al culmine di un acceso alterco con un  gruppo di ragazzi, è rimasto gravemente ferito. Indipendentemente dalla esatta ricostruzione dell’episodio, compito degli inquirenti, un caso allarmante perché in questo caso si tratta di una vicenda violenta estranea al contesto della criminalità organizzata. Infine, ultimo atto, per ora, di questo triste rosario, intorno alle 21 di giovedì, Bruno Ielo, un commerciante come tanti, chiusa la rivendita di tabacchi di cui era proprietario a Gallico, zona nord della città, è stato raggiunto a Catona da un’autovettura dall’interno della quale sono stati esplosi i colpi di pistola che lo hanno freddato. Tre casi diversi, ma uniti da un filo rosso: il territorio non è in mano allo Stato. Bene farebbero Prefetto, Procura della Repubblica e responsabili massimi delle forze dell’ordine a prendere sul serio la minaccia all’ordine sociale di una comunità che, come se non bastasse, è già in rovina a causa dell’incapacità amministrativa della Giunta Falcomatà, la più scarsa, per spessore umano e qualità politica, che Reggio abbia mai conosciuto.

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